Di cosa si tratta?

Il cibo che ingeriamo quotidianamente con la dieta dopo essere stato masticato e deglutito inizia ad essere digerito seguendo schematicamente questo percorso: bocca, esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso.
In condizioni anatomiche normali lo stomaco si trova nell’addome ed è separato dall’esofago da un muscolo detto diaframma. Nel diaframma è però presente una piccola apertura, detta cardias o iato esofageo, che permette a stomaco ed esofago di comunicare tra di loro. Questa apertura funziona come una valvola che impedisce lo scivolamento dello stomaco e del suo contenuto verso l’esofago. Quando questa valvola non funziona correttamente, i succhi gastrici refluiscono, provocando dolore, infiammazione e lesioni esofagee.
Per ernia iatale si intende dunque il passaggio di una porzione di stomaco dall’addome al torace mentre il termine reflusso gastroesofageo atro non è che una delle sue principali conseguenze ovvero la risalita nell’esofago di quanto è contenuto nella cavità gastrica (lo stomaco).
L’ernia iatale per molte persone può essere del tutto asintomatica, in altre persone invece sfocia proprio nel reflusso gastroesofageo che porta con se numerosi sintomi e conseguenze spiacevoli come forti dolori al torace, senso di bruciore allo sterno, rigurgiti acidi, senso di amaro in bocca, salivazione intensa, raucedine. Quanto più a lungo il contenuto acido dello stomaco rimane a contatto con la mucosa dell’esofago, tanto più severe saranno le lesioni che questo contatto produrrà sulla mucosa esofagea dando luogo a diversi gradi di esofagite (infiammazione della mucosa dell’esofago).
Quali esami occorre fare in caso di sospetta malattia da reflusso gastro-esofageo?
Gli strumenti diagnostici sono essenzialmente due: la gastroscopia e la pH-metria esofagea. La gastroscopia consiste nell’esplorazione visiva del tratto digestivo superiore valutando le condizioni della mucosa di laringe, esofago e stomaco. La pH-metria esofagea consente invece di misurare il pH del lume dello stomaco e/o dell’esofago: l’eccessiva acidità del contenuto gastrico è infatti sintomo di numerose malattie come erosioni ed ulcerazioni della mucosa dello stomaco.

Come intervenire?

È possibile intervenire principalmente in 4 modi:

1) Utilizzo di farmaci specifici: i più utilizzati sono i farmaci che inibiscono la secrezione acida gastrica, quali gli inibitori della pompa protonica o gli antagonisti H2 (contrastano l’azione dell’Istamina la quale è in grado di promuovere la secrezione gastrica)
2) Intervento chirurgico: indicato soprattutto nei pazienti giovani con esofagie severe e per i quali si prospetta un trattamento farmacologico per tutta la vita. Questa soluzione non è tuttavia completamente risolutiva
3) Integratori naturali: in caso di reflusso lieve od occasionale oppure per evitare di andare in sovradosaggio con l’assunzione dei farmaci è possibile ricorrere all’uso di integratori naturali. La natura mette a disposizione numerosi principi attivi che sono utili nel prevenire e contrastare i sintomi da reflusso gastroesofageo. Sostanze come i carbonati (es. Bicarbonato di Sodio) sono in grado di alzare il pH contrastando l’acidità dovuta al reflusso. Piante come Phyllantus emblica, Liquirizia (possibilmente “deglicirrizinata” in modo da evitare problemi di ipertensione), Lentisco (noto anche come Mastice di Chios), Gel dell’Aloe e l’estratto di foglie di Fico (Ficus carica) sono scientificamente riconosciute come rimedi per contrastare l’acidità gastrica e per svolgere un’azione emolliente e lenitiva sulle mucose. È possibile seguire un trattamento a base di soli integratori oppure abbinare l’integratore alla normale assunzione del farmaco.
4) Modificare il proprio stile di vita: è questo forse il punto più importante. Riuscire a modificare leggermente le proprie abitudini, anche alimentari, può portare ad una grossa diminuzione della sintomatologia. In che modo?

Ecco alcuni preziosi consigli:

- Evitare di indossare vestiti scomodi o troppo stretti in vita (aumentando la pressione addominale è
più facile stimolare il reflusso)
- Evitare il classico riposino subito dopo i pasti (la posizione supina facilita il reflusso)
- Evitare sforzi fisici intensi a stomaco pieno
- Sollevare la parte anteriore del letto di 15-20 cm (questo aiuta a mantenere l’esofago in posizione
verticale impedendo la risalita di materiale acido dallo stomaco)
- Smettere di fumare (la Nicotina rilassa i muscoli della valvola tra stomaco ed esofago favorendo il reflusso)
- Evitare il sovrappeso (i chili in più aumentano la pressione addominale)
- Evitare di mangiare cibi acidi o speziati, fritti, salse, carni grasse ed affumicate, insaccati (prosciutto e
bresaola vanno bene), formaggi grassi
- Ridurre i cibi grassi (rendono la digestione impegnativa)
- Ridurre il consumo di aglio, cipolla, cioccolata, menta, anice, tè, alcool, arance, limoni, pomodori,
caffè e bibite contenenti caffeina, bibite ed acqua gassata
- Evitare pasti abbondanti: mangiare poco e spesso per non riempire troppo lo stomaco e renderne più
veloce lo svuotamento
- Mangiare lentamente masticando bene
- Aspettare almeno 3 ore prima di coricarsi dopo aver mangiato
- Consumare cene leggere

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